Viaggio nel tempo e nello spazio con il libro “La cucina del console”
Non tutti i viaggi sono geografici, alcuni infatti possono essere fatti attraverso il tempo: e non occorre essere il Dottor Who come dimostra il caso del libro “La cucina del console: un ricettario dell’Ottocento” scritto da Francesca Taddei e Elena Trabaudi (figlia e madre).
Il libro, infatti, raccoglie le ricette scritte da Marco Trabaudi Foscarini, console italiano dal 1865 al 1889, che le scrisse nel corso della sua vita trascorsa in viaggio dall’Italia, alla Grecia alla Russia. Metterle insieme è stato per le autrici un viaggio tra usi e costumi dell’800 oltre che nella storia della propria famiglia.
Francesca Taddei, discendente del console Trabaudi, nonché ex compagna di viaggio della sottoscritta in Grecia nel ’96, ha accettato di parlarci del libro e del viaggio virtuale che le ha permesso di fare.
RV: “Di cosa parla esattamente “La cucina del console”?”
FT: “E’ una raccolta di oltre 200 ricette, compilata nella seconda metà dell’Ottocento. Non dobbiamo pensare a uno dei tanti libri di ricette che girano al giorno d’oggi, destinati principalmente alla cucina familiare. Questo, come i principali ricettari dell’epoca, era destinato piuttosto a un intero staff di cuochi, che doveva allestire ricevimenti in grande stile”.
RV: “Oltre che amante della buona cucina, il tuo antenato Marco Trabaudi è stato un grande viaggiatore: puoi parlarci di lui?”
FT: “Marco era un console del Regno d’Italia e per questo motivo si era ritrovato a viaggiare, spesso con la famiglia al seguito, in varie parti dell’Europa (e non solo). La sua prima destinazione fu Elseneur/Helsingor, in Danimarca. Poi trascorse vari anni a Corfù, dove nacque il mio bisnonno, e da qui passò a Salonicco, che allora faceva parte dell’impero turco. In questa fase raggiunse probabilmente l’apice della sua carriera, ma poi cadde in disgrazia, o si ritrovò comunque messo fuori gioco da personaggi più potenti. La sua successiva destinazione fu Tiflis (l’attuale Tbilisi), e quel soggiorno fu vissuto come una sorta di esilio, che in parte minò il suo equilibrio psichico. Dopo Tiflis iniziò un ulteriore girovagare, che lo portò ad Amsterdam, sua ultima destinazione. Morì poi a Ventimiglia, lasciando alla moglie l’incombenza di mantenere agli studi il figlio maschio e le quattro figlie femmine.
Della carriera e della vita di Marco parliamo anche nell’introduzione del libro, cercando di proporre una datazione per la compilazione del ricettario”.
RV: “Questo libro è un viaggio nel tempo tra usi e costumi culinari, diversi dai nostri, ma non solo?”
FT: “Sicuramente il ricettario risente molto del gusto dell’epoca: lo si vede nell’uso disinvolto dei grassi, impensabile per le esigenze attuali, o nell’utilizzo di attrezzi oggi sconosciuti, come il forno di campagna o il setaccio di crine. Inoltre, attraverso il ricettario, entriamo nel mondo dei ricevimenti ufficiali, dei banchetti organizzati dalle rappresentanze diplomatiche, a cui partecipavano i personaggi influenti dell’epoca.
Però si tratta in un certo senso anche di un viaggio nello spazio: non solo perché l’autore, come abbiamo detto, aveva viaggiato a lungo, ma anche perché le ricette hanno origini diverse. Se il nucleo principale risente della cucina francese, infatti, non mancano apporti dalla cucina italiana, russa, inglese ecc…”
RV: “Lavorare su questa ricette ha consentito anche a te e a tua madre di fare un viaggio in un’epoca diversa dalla nostra oltre che nella storia della tua famiglia: cosa ne hai ricavato?”
FT: “La pubblicazione del ricettario rientra in una operazione più vasta di recupero e valorizzazione dei materiali del nostro archivio di famiglia. Abbiamo già stampato due epistolari (uno coevo al ricettario, l’altro invece datato al 1901-2), oltre a vari libretti dedicati alle foto d’epoca, organizzato incontri e mostre fotografiche.
Questo lavoro sulla memoria storica è diventato una vera e propria priorità per noi, e ci ha portato a fare ricerche anche “sul campo”, oltre che nel nostro archivio. Ricostruire le nostre radici, portare fuori dall’oblio figure vive e reali ci arricchisce, e abbiamo ormai constatato che emoziona anche il pubblico!”
Se siete incuriositi potete leggere gratuitamente l’introduzione a “La cucina del console: un ricettario dell’Ottocento”“ cliccando qui
Se invece volete conoscere meglio Francesca e le vicende della sua famiglia vi consiglio di seguire il blog Molto e Senza Fine.
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Reporter da una vita e perennemente in viaggio, geografico e mentale. Giornalista professionista per radio e web, adoro esplorare, scrivere, fare foto e video!