Ansedonia e il sito archeologico di Cosa in Maremma: una fuga fuori stagione
Un promontorio che domina il mare e una colonia romana poco conosciuta: Ansedonia e il sito archeologico di Cosa sono perfette per una fuga fuori stagione
Chi di voi conosce Cosa!?!
No, non è un gioco di parole e, se non abitate nella zona di Orbetello o non siete studenti di archeologia, è poco probabile che possiate rispondere “Io!” a questa domanda.
Non ero mai stata a Cosa prima del 1997, quando con alcune compagne di Università decidemmo di trascorrere due giorni nella casa al mare di una di loro, nella località che oggi viene chiamata Ansedonia ma che ai tempi dei Romani si chiamava, appunto, Cosa.
Ebbene, Ansedonia e il sito archeologico di Cosa mi sono rimasta nel cuore, e, a distanza di oltre venti anni, ho deciso di tornare a “festeggiare” proprio qui il mio compleanno!
Una toccata e fuga di un giorno infrasettimanale rubato al lavoro, con il mio fidanzato: una breve escursione nel mese di marzo che, oltre a riportarmi indietro nel tempo, mi è servita ad ossigenare la mente e a prendere qualche impegno con me stessa per il futuro (che mi auguro di essere in grado di rispettare).
ANSEDONIA E LE ROVINE DELL’ANTICA COSA IN MAREMMA
Ansedonia è il promontorio della costa toscana che si trova accanto alla laguna di Orbetello, a circa venti minuti in auto da Grosseto, sulla costa della Maremma.
Raggiungerla in auto è semplice: basta percorrere quella strada infernale che è la E78, più nota con il nome di Aurelia, e uscire ad Ansedonia, sud o nord non fa molta differenza.
Da Firenze ci vogliono 2 ore buone di auto.
Non molti conoscono Ansedonia perché si tratta di una zona residenziale: il promontorio infatti è disseminato da una moltitudine di ville e villette, immerse nel verde.
Nella parte più alta, però, protette da occhi indiscreti, si trovano le rovine del sito archeologico di Cosa, antica colonia romana: un piccolo gioiello dell’archeologia toscana che non tutti conoscono.
Se amate i luoghi fuori dalle consuete “rotte turistiche”, ecco una meta interessante da visitare, soprattutto in inverno e/o inizio primavera.
Immagino invece che in estate l’affluenza dei visitatori aumenti notevolmente!
Il sito archeologico di Cosa non è dotato di parcheggio, anche se davanti al museo c’è uno spazio sterrato usato di solito dal personale.
A meno che non abbiate problemi a camminare, il mio consiglio è di lasciare l’auto fuori dal cancello, proprio dove inizia la strada sterrata, e salire a piedi. Ci vogliono 5 minuti.
Due avvertimenti:
- il sito archeologico di Cosa si trova su un’altura, il percorso è in salita e comunque il terreno è composto da acciottolato: sono consigliati quindi scarpe da ginnastica e abbigliamento comodo.
- A parte una macchinetta per bibite, qui non ci sono bar o caffetterie: premunitevi quindi di bottiglietta d’acqua, soprattutto se decidete di visitare il sito in estate
COSA, DA COLONIA ROMANA A SITO ARCHEOLOGICO
Fondata nel 273 a.c. per governare un’area di oltre 500 kmq, tra la costa dell’Argentario e la città di Vulci, Cosa era una tipica colonia romana. L’etimologia del nome deriverebbe da Cusi o Cusia, parola etrusca che indicava un antico insediamento nell’area dell’attuale Orbetello.
Il declino della città ha inizio nel I sec d.c, con il progressivo abbandono della città, in favore delle zone a valle: nel VI sec Cosa inizia ad essere chiamata Ansedonia, sebbene l’origine di questo nome non sia ancora chiara.
Le alterne vicende della città, trasformata successivamente in fortezza, si concludono nel 1329, quando la Repubblica di Siena distrugge l’insediamento.
Ci sono voluti oltre 600 anni prima che le rovine vedessero nuovamente la luce: gli scavi archeologici sono iniziati alla fine degli anni ’40 del novecento con l’American Academy, alla quale si sono aggiunte poi altri istituti, compresa l’Università di Firenze.
Il sito archeologico di Cosa non è ha un sito internet ma solo una pagina sul Polo Museale della Toscana, dove trovate orari, costi e indicazioni per raggiungerlo. E’ attiva anche una pagina FB, gestita dalla direttrice , dove vengono postati tutti gli eventi organizzati.
L’ingresso all’area archeologica è….gratuito!
Alla fine degli anni 70 è stato costruito anche il piccolo museo, ristrutturato e ampliato nel 1997: vi sono raccolti i reperti rinvenuti durante gli scavi.
L’ingresso al museo costa 2 euro…vi assicuro, li merita tutti!
A differenza di quanto si potrebbe pensare per una realtà così piccola, il sito di Cosa è aperto quasi tutti i giorni dell’anno.
Visti anche i ridicoli costi di ingresso, è sicuramente un bello sforzo per il personale che mette molta passione nel proprio lavoro.
ALLA SCOPERTA DEL SITO ARCHEOLOGICO DI COSA
Siamo arrivati alle rovine di Cosa nel primo pomeriggio di una bellissima giornata di fine inverno!
Lo ammetto, ricordavo poco della mia prima visita, se si eccettuano i colori: il verde del promontorio, il blu del mare…e sono stati proprio gli stessi colori ad accogliermi!
Siamo entrati da Porta Fiorentina, una delle tre porte dell’antica cinta muraria, insieme a Porta Romana e Porta Marina.
Tutto intorno al sito corrono le possenti mura poligonali, davvero maestose, anche se in molti punti sono ancora ricoperte dalla vegetazione.
Siamo saliti per la strada sterrata circondata da fiori, alberi e da una distesa di olivi che danno la sensazione di entrare in un vero e proprio giardino.
Anche su consiglio del personale, abbiamo deciso di dedicarci prima alla visita dell’area archeologica e poi al museo: eravamo i soli visitatori!
Siamo partiti dalla Casa dello Scheletro, antica dimora romana, il cui nome è legato al rinvenimento dello scheletro di un uomo in una delle cisterna sottostanti.
In realtà quello che rende particolare questa abitazione, è il piccolo e delizioso giardino privato (hortus) ricavato nella parte posteriore della casa ed oggi, in parte, ricostruito.
A proposito di cisterne, a Cosa ce n’erano parecchie vista anche la sua collocazione: alcune di queste sono visibili e visitabili.
Proseguendo nella salita, si raggiunge il Foro, cuore politico, economico e giudiziario di Cosa.
Qui si vedono ancora i resti della Basilica, datata al 150 a.c. dove veniva amministrata la giustizia, con la propria cisterna sotterranea, nella quale è possibile entrare.
Accanto alla Basilica, la Curia Comitium, uno degli edifici più antichi di Cosa, risalenti al III sec a.c, dove si tenevano le assemblee cittadine.
Poco più avanti si trovano i pochissimi resti del Tempio della Concordia mentre sul lato opposto c’è la Casa di Diana, così chiamata per la presenza di un tempietto dedicato alla dea.
Spostandosi verso Porta Romana, ho trovato uno strano avvallamento del terreno, coperto dalla vegetazione.
Non ero attrezzata per provare a scendere ma questa strana conformazione ha suscitato interesse nella mia anima di archeologa mancata: mi sono ripromessa di tornare a darci uno sguardo con più calma.
Tornando sulla via principale, siamo saliti verso l’acropoli, o Arce: lungo la strada sono in corso gli scavi più recenti di Cosa, condotti dall’Università di Firenze.
Lo scavo ha come obiettivo quello di studiare la struttura urbanistica della colonia. Se volete saperne di più è stata creata anche una pagina su Facebook.
Sono sicura che, se ci fossero fondi sufficienti, scavare a Cosa potrebbe dare ancora molte soddisfazioni.
L’acropoli domina il mare e regala una vista mozzafiato sull ‘Argentario.
Qui si trovava il Tempio di Iuppiter, databile tra 240 e 220 ac, di cui non resta praticamente nulla se non le terrecotte architettoniche conservate al museo.
Ancora visibili invece sono le fondamenta del Tempio della Mater Matuta, protettrice delle nascite, datato al 170-160 a.c, e il più recente Capitolium, costruito nel 150 a.c.
Se avete tempo, fermatevi a godere la pace di questo luogo, la bellezza del paesaggio e la storia che ancora vi si respira.
Colori, profumi e i resti di tegole e vasellame che affiorano dal terreno: tutto questo contribuisce a regalare al sito di Cosa un’atmosfera magica e per quanto possibile a farlo apparire incontaminato.
Avrei potuto rimanerci tutto il giorno!
MUSEO ARCHEOLOGICO DI COSA
Dall’acropoli il percorso riconduce al punto di partenza, il Museo Archeologico di Cosa.
Il museo è piccolo ma delizioso, sia per la struttura architettonica, che ricorda una baita di montagna, sia per l’allestimento, che pur mantenendo un’impostazione “classica” è comunque piacevole da seguire.
E’ stato realizzato sulle murature di alcune case romane, tra le quali la Casa del Tesoro, così ribattezzata per le 2004 monete d’argento ritrovate in una intercapedine del pavimento.
Il museo archeologico di Cosa è suddiviso in tre ambienti:
– la prima stanza è dedicata alla Cosa di epoca romana;
– la seconda stanza all’area del porto, che sorgeva a valle,
– la terza stanza espone i resti di epoca medioevale.
Purtroppo abbiamo avuto poco tempo per visitare il museo perchè l’orario di chiusura era imminente.
Ne approfitto però per ringraziare il personale che ci ha assistiti durante tutta la visita: è sempre bello potersi confrontare con persone disponibili a rispondere a tutte le tue curiosità!
IL PORTO DI COSA E LA TAGLIATA ETRUSCA
Terminata la visita alla colonia, abbiamo ripreso l’auto e siamo scesi verso l’area dove sorgeva l’antico porto di Cosa.
E’ possibile scendere anche a piedi: probabilmente con un buon passo si dovrebbe impiegare massimo una mezz’ora solo per scendere. Il problema potrebbe però essere nella risalita: il dislivello infatti è notevole, perchè si tratta di scendere dalla cima del promontorio fino al livello del mare.
Non è rimasto quasi nulla del Porto di Cosa: il poco che resta si trova accanto a Torre Puccini, una delle torri usate un tempo come baluardo contro gli attacchi dei nemici dal mare.
Quello che merita attenzione però è la cosidetta Tagliata Etrusca, che si trova proprio davanti.
Si tratta di un immenso taglio nella roccia, ricavato per consentire la creazione di un sistema di canali e frangiflutti usati per mettere in sicurezza le imbarcazioni.
Viene chiamata Tagliata Etrusca ma in realtà è un’opera realizzata dai Romani nel I sec ac.
La Tagliata Etrusca è imponente: è possibile attraversare il canale grazie ad un rudimentale ponticello di travi e corde.
Fate attenzione però: prima controllate che regga il vostro peso!
In alternativa, potete percorrere il camminamento che è stato realizzato accanto alla struttura, per consentire di vederla anche dall’alto.
Accanto alla Tagliata si trova lo Spacco della Regina, una fenditura naturale, resa inutilizzabile da una frana.
Pare che al suo interno vi siano resti di ambienti che testimonierebbero un utilizzo in tempi antichi: purtroppo non ho fatto in tempo a visitarla.
LA SPIAGGIA DELLA FENIGLIA AD ANSEDONIA
Il sito archeologico di Cosa domina il promontorio che si affaccia sul mare Tirreno e ai suoi piedi si stendono due spiagge: le spiagge ferriere, dove sorge la Tagliata Etrusca, e la spiaggia della Feniglia che collega Ansedonia all’Argentario.
E’ proprio qui, su una delle spiagge più belle della Toscana, abbiamo concluso la giornata ad Ansedonia.
La spiaggia della Feniglia era esattamente come la ricordavo: una lunga lingua di sabbia disseminata di tronchi bianchi, lasciati dalle mareggiate.
Se in estate questa spiaggia è praticamente presa d’assalto, in inverno a far da padrone sono solo il vento e il frangersi delle onde: l’ideale per ossigenare la mente, rilassare lo spirito e meditare un po’.
E’ stato un tramonto bellissimo, tra vecchi e nuovi ricordi!
INFO UTILI SU ANSEDONIA: DOVE MANGIARE E INFOPOINT
Come ho già scritto, Ansedonia è una zona residenziale e non è quindi così scontato trovare posti dove mangiare. Se in estate la scelta si amplia, grazie ai chioschi dei bar sulla spiaggia, in inverno possono esserci problemi.
I ristoranti in zona sono due l’Antico Botteghino di Ansedonia, poco prima di raggiungere la spiaggia della Feniglia, (lo abbiamo trovato chiuso) e il ristorante Vinicio, sul promontorio.
Su suggerimento del proprietario della Locanda di Ansedonia, un ristorante che abbiamo trovato lungo l’Aurelia ma in fase di ristrutturazione, noi abbiamo optato per Il Cavaliere un ristorante di pesce a Orbetello Scalo.
E’ stata una buona scelta: abbiamo trovato un ambiente familiare e accogliente, con ottimi piatti e personale cortese e disponibile, a cominciare da Danilo, il proprietario.
Da Ansedonia dista meno di dieci minuti in auto.
Infine, se cercate un punto informazioni turistiche in zona, sappiate che il riferimento è ad Orbetello, a pochi minuti di auto.
L’infopoint si trova in piazza della Repubblica (c’è anche un parcheggio auto proprio davanti) e fornisce informazioni utili per esplorare questo angolo di Maremma.
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Orbetello, Toscana, Italia
Orbetello Scalo, Toscana, Italia
Via Feniglia, Orbetello, Toscana, Italia
Ansedonia, Toscana, Italia
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Ansedonia, Tuscany, Italia
Ansedonia, Toscana, Italia
Ansedonia, Toscana, Italia
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