British Museum: il più antico e moderno museo pubblico al mondo
Nonostante abbia una laurea in Scienze dell’Antichità (Archeologia greca) non ho mai avuto una vera passione per i musei, almeno per quelli concepiti secondo allestimenti cosidetti “tradizionali”: all’esposizione di oggetti e manufatti in anonime teche con stringata targhetta, ho sempre preferito i siti archeologici…poter ripercorrere letteralmente le orme degli antichi mi regala molte più emozioni del vedere un oggetto, per quanto bello, estrapolato dal suo contesto.
I musei di Londra però fanno eccezione: qui infatti non solo gli allestimenti sfruttano le più moderne tecnologie per ricreare ambientazioni e contesti storici, ma la loro concezione è più improntata all’insegnare in modo divertente che all’incutere “timore reverenziale”; a questo si aggiunge il fatto che i musei più importanti sono gratuiti!
Tra i musei di Londra il primo che ho visitato, e più importante in assoluto, è il British Museum!
Sono stata al British un paio di anni fa, nel mio primo viaggio a Londra: dopo aver studiato tanto all’Università molti dei pezzi in esso conservati, finalmente ho avuto l’occasione di visitarlo di persona e devo dire che non mi ha affatto delusa!
BRITISH MUSEUM: IL PIU’ ANTICO MUSEO PUBBLICO
Aperto al pubblico nel gennaio del 1759, il British Museum nasce dalla collezione di Sir Hans Sloane, medico e scienziato che nel corso della vita aveva collezionato oggetti e curiosità da tutto il mondo.
Non volendo che la sua collezione venisse dispersa, Sir Sloane la donò al re Giorgio II: si deve a quest’ultimo, con la legge speciale emanata nel 1753, l’effettiva creazione del British Museum, primo museo statale, che aprì al pubblico sei anni dopo.
Nel corso dei secoli il Museo ha subito notevoli cambiamenti, dovuti anche al crescere del suo patrimonio: dalle sue collezioni sono stati creati nuovi musei, come ad esempio il Natural History Museum, e l’edificio originale si è espanso fino alle dimensioni attuali.
Le modifiche più recenti hanno riguardato la creazione della Queen Elisabeth Great Court, la grande sala centrale che accoglie i visitatori, cuore del Museo, progettata dall’architetto Norman Foster e inaugurata nel 2000.
BRITISH MUSEUM: INFO UTILI PER VISITARLO
Il British Museum si trova nel quartiere di Bloomsbury, in Great Russel Street. Per raggiungerlo la metro è il mezzo più comodo: ci sono 4 stazioni di riferimento, Tottenham Court, Holborn, Russel Square, Goodge Street.
L’ingresso al Museo è gratuito per tutti, mentre le esposizioni temporanee sono a pagamento.
Per informazioni su orari e mostre il sito internet del Bristish Museum è perfetto, moderno e ben fatto: le principali informazioni sono disponibile anche in lingua italiana.
All’ingresso comunque è disponibile la piantina del Museo, depliant informativi sulle varie collezioni e audioguide (queste a pagamento). Inoltre, altro motivo per cui adoro questo museo, è che si possono fare foto: la cultura appartiene a tutti ed è gratuita quindi diffondetela!
Come per tutti i grandi Musei, vedi il Museo del Louvre, pensare di visitare l’intera struttura in un giorno è follia, a meno che non vi interessi dare solo uno sguardo superficiale a tutto.
La cosa migliore, secondo me, è pianificare per tempo le cose che vi interessa vedere e se avanza tempo magari dare uno sguardo anche alle altre: noi abbiamo fatto così.
Se non avete idea di cosa vedere, il sito internet del British vi viene in aiuto presentandovi già i 100 oggetti principali, pezzi storici del Museo, ciascuno corredato da una scheda di presentazione: potete iniziare a vedere quelli e credetemi..il tempo volerà!
VISITA AL BRITISH MUSEUM: DALLA GRECIA, AL SUD AMERICA, ALL’ISOLA DI PASQUA
Passare dalla facciata del museo, costruita sul modello di un antico tempio greco, alla moderna e luminosa Queen Elisabeth Great Court, è come attraversare due epoche in pochi secondi: l’essenza del British è tutta qui, il passato presentato in chiave moderna!
Il British Museum si sviluppa su tre livelli: piano terra, primo piano e piano interrato. La Queen Elisabeth Great Court è il cuore del museo, da qui è poi possibile accedere ai diversi settori: America (colore viola), Grecia e Roma (colore verde), Egitto (giallo), Asia (arancione), Asia Minore (blu); ci sono poi la zona dedicata alle mostre temporanee, che variano di volta in volta e quella dedicata al relax, con caffè e ristorante e il bookshop.
Da laureata in archeologia greca, ovviamente ho iniziato il mio tour dal settore greco-romano: dalle decorazioni del Mausoleo di Alicarnasso, al Monumento delle Nereidi, alle stele funerarie, a vasi attici e statue di epoca romana!
- Monumento delle Nereidi (390 a.c)
- Fregio dell’Amazzonomachia del Mausoleo di Alicarnasso
- Stele funeraria di giovane guerriero
- Rilievo funeraria da Rodi (V sec a.c.)
- Busto di Pericle: copia romana trovata nella Villa di Adriano a Tivoli
- Statua di Afrodite: copia romana dell’Afrodite di Cnido di Prassitele
- Statua di Apollo dal Tempio di Cirene
- Dinos di Sophilos: nozze di Peleo e Teti (580 a.c.)
- Anfora per la Panatenaiche
- Vasi Attici a figure nere
- Statua di Mitra, epoca romana
- Strumenti musicali nell’antica Roma
Il mio interesse principale però era rivolto ai Marmi del Partenone, ai quali il British ha dedicato un’intera sala.
I marmi del Partenone, noti come Marmi di Elgin, sono da anni al centro di una diatriba tra Londra e Atene: acquistati (o trafugati, a seconda dei punti di vista) furono portati da Atene a Londra da Lord Thomas Bruce Elgin nei primi anni dell’800.
All’epoca il commercio di antichi reperti era all’ordine del giorno (Italia compresa, vedi le campagne di napolenone) e la stessa Acropoli di Atene, sotto la dominazione turca, versava in pessime condizioni. C’è chi riconosce ad Lord Elgin il merito di aver “salvato” quei marmi dall’incuria e di averli così resi poi fruibili a tutti; c’è chi invece considera quel gesto un furto e ne chiede la restituzione al governo ateniese.
- Modellino dell’Acropoli di Atene
- Marmi del Partenone: Demetra, Persefone e Ebe dal frontone est del Partenone
- Estia, Dione e Afrodite dal frontone est del Partenone
- Fregio del Partenone: dei assistono alle Panatenaiche
- Particolare del Fregio del Partenone
- Statue del frontone ovest del Partenone: Iride,
Quando ero più giovane ero una purista convinta: pensavo infatti che i marmi appartenessero alla Grecia e che il governo inglese avrebbe dovuto restituirli per consentire di ripristinarli nel luogo originario; oggi sono un po’ più dubbiosa e l’unica certezza che ho è che è impossibile giudicare la storia con il senno di poi.
Il British dedica ampio spazio al dibattito sui Marmi di Elgin: se siete interessati ad approfondire la vicenda, ho scritto un post proprio su questo argomento.
Dalla Grecia, poi, sono passata poi all’Asia Minore e all’Egitto: tra statue colossali dell’arte Assira e papiri egiziani, spicca la famose stele di Rosetta, grazie alla quale Jean Francois Champollion (del quale avevo visitato la tomba quest’estate al cimitero di Pere Lachaise, a Parigi) ha potuto tradurre i geroglifici.
- Statua del leone alato dal palazzo di Ashurnasirpal II
- Bassorilievo dal palazzo di Ashurnasirpal II
- Arte persiana: guardiano dipinto dal Palazzo di Dario I
- Stele di Rosetta: grazie a questa stele Jean-François Champollion tradusse i geroglifici egiziani nel
- Arte egiziana: scriba
- Papiro egiziano
Dall’Asia Minore all’America: nel settore dedicato al continente americano si trovano manufatti moche, Inca, Aztechi e Maya che mi ha riportato alla mente i viaggi in Messico e Perù, oltre a reperti degli Indiani d’America.
- Maschera Azteca
- Arte azteca: mosaico di serprente dalla doppia testa
- Teschio di Cristallo di Rocca (Arte Europea)
- Arte Indiana
Il settore che però agognavo di più di vedere era l’Oceania: il British Museum infatti ospita nella sua collezione un Moai, antica scultura sacra di Rapa Nui (Isola di Pasqua), l’isola che si trova dall’altra parte del mondo, al centro dell’Oceano Pacifico tra Cile a Australia, e che da sempre per me rappresenta il viaggio della vita.
Hoa Hakananai’a, questo il nome del Moai, venne portato a Londra nel 1868 come dono alla Corona (l’Isola di Pasqua è stata infatti scoperta da James Cook, capitano della Marina inglese nel giorno di Pasqua del 1774).
Trovarsi davanti la sua immensa mole, con tutto il mistero che avvolge queste statue e la popolazione che le fabbricò secoli fa, è stato davvero emozionante: sono rimasta diverso tempo ferma a contemplarla, immaginando di vederla accanto ai suoi simili a Orongo.
Infine uno sguardo anche alla cultura celtica e alla storia del Regno Unito, con i ritrovamenti da Stonehenge e dal resto dell’isola.
- Stonehenge: ritrovamenti
- Lewis Cheesmen: scacchi anglosassoni del 1100-1200 d.c.
- Elmo di Sutton Hoo: arte anglosassone VII sec d.c
- Strumenti magici John Dee mago di Elisabetta I
E a dimostrazione che al British Museum trova spazio tutta la storia dell’umanità, abbiamo scovato in una delle vetrine più recenti anche un assaggio dei nostri tempi: un galeone di Harry Potter!
A SPASSO PER BLOOMSBURY: LA CASA DI CHARLES DCKENS
Abbiamo impiegato diverse ore per visitare il British Museum, senza comunque vedere tutte le sezioni: una volta usciti, dato che l’ora di pranzo era passata da un pezzo, abbiamo deciso di fermarci a mangiare un boccone.
Abbiamo optato per un panino al volo allo Starbucks che si trova subito fuori dai suoi cancelli.
Dopo pranzo, abbiamo deciso di chiudere la giornata con un giro per il quartiere di Bloomsbury: la zona è molto carina e noi ci siamo messi alla ricerca della casa dello scrittore Charles Dickens, che si trova non troppo lontano, in Doughty Street.
Si tratta di una tradizionale abitazione londinese, all’interno della quale è stato allestito un museo dedicato allo scrittore, che qui visse. L’ingresso è a pagamento.
Tutte le info le potete trovare sul sito internet del Museo di Charles Dickens.
Noi per quel giorno di musei avevamo fatto il pieno, e così abbiamo deciso di rimandare questa visita ad un prossimo viaggio a Londra.
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