Misteri di Londra: dal Museo di Sherlock Holmes a Whitechapel
Amo gli enigmi e forse è per questo che ho sempre avuto un debole per i romanzi gialli: tra i miei personaggi letterari preferiti in assoluto c’è Sherlock Holmes, investigatore per eccellenza, creato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle!
L’incontro con questo eccentrico personaggio è avvenuto per caso, da bambina, grazie ad un cartone animato del Maestro Hayao Miyazaki; poi da ragazza sono arrivati i romanzi di Conan Doyle, prima in italiano e poi in inglese (perchè come diceva la mia insegnante di italiano del liceo, “le opere letterarie perdono gran parte della loro bellezza nella traduzione da una lingua all’altra!”).
Ovvio quindi che un viaggio a Londra presupponesse da parte mia una visita al 221b di Baker Street, dove Sir Arthur decise di collocare il domicilio dell’istrionico protagonista dei suoi libri e del suo fidato compagno e amico, Dr Watson; proprio in questo luogo, molti anni dopo, è nato infatti, il museo a loro dedicato.
Se si parla di enigmi, però, a Londra non occorre scomodare la fantasia di Conan Doyle, basta attingere alla storia reale: tra i delitti irrisolti, saliti alla ribalta della cronaca, infatti, ci sono quelli di Jack lo Squartatore (Jack The Ripper) avvenuti nel quartiere di Whitechapel, a fine ‘800, nello stesso periodo cioè in cui venivano ambientate le storie di Sherlock Holmes.
E così ho pensato di fare un salto anche in questo quartiere.
THE SHERLOCK HOLMES MUSEUM
Il Museo di Sherlock Holmes (o The Sherlock Holmes Museum) è stato inaugurato il 27 marzo del 1990.
Quando Sir Conan Doyle scrisse i suoi romanzi, il numero civico 221b a Baker Street non esisteva (forse fu proprio per questo che lo scrittore lo scelse); negli anni 30 del ‘900 però la riorganizzazione dei numeri civici della via, comportò l’assegnazione di questo indirizzo all’attuale palazzina che iniziò così a ricevere lettere da tutto il mondo dei fans dell’investigatore.
La casa che trovate quindi a questo indirizzo non è la reale residenza di Holmes, ne tantomeno quella del suo creatore: il palazzo, di epoca georgiana, era però una pensione negli anni in cui Conan Doyle ambientò i suoi romanzi (1881-1904), e così, dopo l’assegnazione del numero civico, l’immobile si è prestata molto bene come base per la ricostruzione degli ambienti dei romanzi.
A gestire il museo è un’associazione privata no profit, Sherlock Holmes Society of England: il Museo ha un proprio sito internet (un po’ datato a dire il vero) con orari e indicazioni del prezzo del biglietto. Molto carino il quiz che viene proposto ai visitatori e che, se corretto al 100%, fornisce un buono da spendere nel bookshop.
Per raggiungere il Museo di Sherlock Holmes, basta usare la metro (linee Metropolitan, Hammersmith e Bakerloo) ed è impossibile sbagliare fermata: la stazione infatti è Baker Street, dove campeggia un’immagine stilizzata del profilo di Sherlock.
Visita al Museo di Sherlock Holmes
Arrivando in Baker Street è difficile non notare il Museo di Sherlock Holmes: non solo perchè all’esterno c’è un’evidente insegna (tanto evidente che più che un museo sembra un negozio) ma anche perchè all’ingresso sosta un tipico Bobby, poliziotto inglese, in abiti ottocenteschi (con il quale, se volete, è anche possibile scattarsi una foto).
Entrare dentro il museo vuol dire fare un piccolo tuffo nel passato, alla fine dell’800, età alla quale risponde l’arredamento della casa.
A pian terreno si trovano la biglietteria e il bookshop, quest’ultimo regno assoluto del merchandasing: ci si trova di tutto, dagli oggetti più famosi, come il cappello, la pipa e il violino, a tazze, ombrelli, penne e chi più ne ha più ne metta, compresi ovviamente (e per fortuna) i libri di Conan Doyle!
Salendo le scale invece si entra nel museo vero e proprio: la sistemazione degli ambienti è stata fatta seguendo le indicazioni ricavate dai libri di Conan Doyle.
Al primo piano, affacciato su Baker Street, si trova lo studio di Sherlock Holmes
Intorno al caminetto, sono disposti i tavoli di lavoro con gli alambicchi e tutti gli strumenti che servivano all’investigatore per le sue analisi scientifiche, oltre che gli attrezzi medici del Dottor Watson
- Tavolo di lavoro di Sherlock Holmes con tutti gli alambicchi per le indagini scientifiche
- Scrivania del Dr Watson: si intravede anche la borsa con gli attrezzi medici
- Ricostruzione di vari oggetti presenti nei libri di Sir Conan Doyle
- Ricostruzione degli strumenti più usati da Sherlock Holmes
- Testa del Mastino dei Baskerville
- Caminetto nello studio di Holmes e Watson
Accanto allo studio si trova la camera da letto dell’investigatore
Al piano superiore è stata ricavata invece la camera del Dottor Watson, con vista sul cortile interno, e quella di Madam Hudson, la proprietaria della casa, secondo i racconti di Conan Doyle.
La ricostruzione degli ambienti della casa ha riguardato anche i bagni; e dato che siamo nella città delle cere non mancano ricostruzioni a grandezza naturale dei personaggi di Cona Doyle
- Bagno stile 800 al piano superiore del Museo di Sherlock Holmes
- Servizi igienici nella stanza di Holmes
- Statue di cera di Holmes e Watson
Sia che siate appassionati di Sherlock Holmes o semplici curiosi, la visita è davvero piacevole: la casa non è grande e non richiede troppo tempo; è molto divertente invece provare a riconoscere tutte le migliaia di oggetti presenti e ad abbinarli ai vari libri letti.
Inoltre la casa è un’ottima riproduzione di un’abitazione georgiana di fine ‘800, molto carina da vedere anche solo per questo.
Un consiglio però: dato che si tratta è davvero di un’abitazione ottocentesca, gli spazi sono piuttosto stretti; attenti quindi a visitarla nei periodi di alta stagione turistica!
A onor del vero noi ci siamo stati ai primi di gennaio, subito dopo Capodanno, e arrivando a metà mattina non abbiamo avuto problemi; ma dopo una mezz’ora che eravamo usciti (tempo di visitare il London Beatles Store, che si trova proprio lì vicino!) si era già formata un po’ di fila.
A proposito di Sherlock, ho avuto occasione di visitare anche la splendida mostra a lui dedicata allestita al Museum of London nel 2015: se vi interessa cliccate qui per leggere il resoconto!
WHITECHAPEL E IL MISTERO DI JACK LO SQUARTATORE
Tra gli enigmi irrisolti di Londra, o presunti tali, ambientati negli stessi anni dei libri di Sir Arthur Conan Doyle, il più famoso è quello di Jack lo Squartatore, il misterioso killer che uccise numerose prostituite (incerto il numero) nel quartiere di Whitechapel.
Non è un caso che all’ingresso del Museo di Sherlock Holmes, si trovi una locandina, che ricorda i fogli affissi a fine ‘800 per avvisare i londinesi che a Whitechapel circolava un brutale assassino.
In realtà la zona di Whitechapel non ha ormai più nulla a che spartire con il quartiere popolare di fine ‘800.
Nonostante ciò esistono comunque diversi tour che consentono di ripercorrere i luoghi degli omicidi attribuiti a Jack lo Squartatore: noi non abbiamo fatto un tour guidato ufficiale ma ci siamo limitati a dare uno sguardo alla zona in una grigia e piovigginosa mattina di gennaio.
Per raggiungerla Whitechapel basta prendere la metro (linea District o Hammersmith) e arrivare fino all’omonima stazione: se avete con voi una guida, potrete ritrovare da soli le strade rese tristemente note per gli assassinii, come ad esempio Durdward Street.
Se invece ne siete sprovvisti, navigando in rete ho trovato diversi tour che consentono di visitare i luoghi di Jack lo Squartatore: basta fare una ricerca per “Jack the ripper tour”…credo che ne proverò uno in un prossimo viaggio a Londra!
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