Nikko: il santuario dello Shogun Ieyasu Tokugawa
Se Tokyo aveva in parte deluso le mie aspettative sul Giappone, l’escursione a Nikko è stata una piacevole rivalsa: il fascino di questo santuario scintoista circondato da una natura lussureggiante è tipico dell’idea di Giappone che mi ero fatta.
Nikko è stata la prima escursione effettuata fuori Tokyo, un paio di giorni dopo il nostro arrivo: il tempio si trova nella prefettura di Tochigi, adagiato tra verdi montagne.
Eretto su un precedente eremo del 700 realizzato dal monaco Shodo Shonin, l’attuale santuario è stato realizzato a partire dal 1634 come mausoleo dello Shogun Ieyasu Tokugawa, colui che riunificò il Giappone dando vita al periodo Edo (1600-1868), e la cui discendenza è rimasta al potere fino all’epoca Meiji.
Il santuario è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 1999.
COME RAGGIUNGERE IL SANTUARIO DI NIKKO
Per raggiungere Nikko da Tokyo si impiegano circa 2 ore di treno, ed è un’escursione che può essere fatta in giornata: dalla stazione di Asakusa parte un treno diretto per Tobu Nikko.
Da qui occorre circa un quarto d’ora a piedi per arrivare all’ingresso dell’area del Santuario (e dopo due ore trascorse a sedere la camminata è salutare!)
Per accedere al tempio si può acquistare un biglietto cumulativo oppure i singoli ingressi alle diverse aree: il santuario infatti è molto esteso e composto da più settori, e la sua visita completa richiede almeno 3/4 ore di tempo.
Singolare il fatto che nonostante il biglietto cumulativo, ci siano state comunque parti del santuario dove abbiamo dovuto pagare un ulteriore biglietto per accedervi, come ad esempio quella del famoso intarsio in legno Nemuri Neko (gatto dormiente)!
Non è facile trovare informazioni ufficiali su Nikko: se non avete quindi una guida vostra, potete fare riferimento al sito ufficiale delle strutture principali del santuario.
NIKKO: DAL TOSHO-GU AL FUTARASAN JINJA
Partimmo da Tokyo presto per arrivare a Nikko a metà mattina circa: la giornata non era delle migliori, scendeva una fastidiosa pioggerellina, residuo degli uragani dei giorni precedenti che contribuì però a rendere molto suggestiva l’atmosfera.
Ci dirigemmo a piedi verso il santuario, fino a raggiungere il ponte di Shin-kyo: qui secondo la leggenda il monaco Shonin attraversò il fiume per fondare l’eremo.
Il ponte ci diede il benvenuto avvolto da una suggestiva nebbiolina che ci aiutò ad entrare nello “spirito scintoista” del luogo: la natura qui fa davvero da padrona!
Forse perché era presto o forse per il clima non proprio dei migliori, durante la nostra visita non trovammo molti altri turisti e questa è stata una fortuna perchè ci ha consentito di goderci questo bellissimo luogo in tutta calma.
Dopo aver varcato l’Ishidori, il grande Tori che si trova all’ingresso, e ammirato la bellissima Gojunoto, la Pagoda a 5 piani, ci dirigemmo al centro visitatori per acquistare il biglietto cumulativo e partimmo alla scoperta dell’area sacra.
La parte più importante del santuario è il Tosho-Gu dove si trovano i monumenti più famosi:
dalle Scuderie, dove si trova l’intaglio delle Sanbiki no Saru, le tre scimmie sagge (il “non vedo”, “non sento”, “non parlo” si riferisce al rifiuto di compiere azioni malvage), al Yomei-Mon, dove si trova il Nemuri Nekko, opera dello scultore Hidari Jingoro, e da dove parte la lunga scala che conduce al Mausoleo di Tokugawa;
Dal Tosho-Gu si passa poi al Taiyuin-byo, il mausoleo del nipote di Ieyasu Tokugawa, Iemitsu Tokugawa
Davvero suggestiva però è la tomba di Ieyasu Tokugawa, con l’urna in bronzo e la statua della gru che poggia i piedi sulla tartaruga, entrambi animali sacri e simbolo di longevità, e l’albero sacro che svetta dietro il gruppo
Molto bella anche l’area del tempio Futarasan Jinja, fondato dal monaco Shodo Shonin nel 782: il tempio è dedicato alle tre divinità della zona, il monte Nantai, Nuyoho e Taro: varcare il Tori dell’area sacra mi diede la sensazione di trovarmi nel tempio di Kagome, la protagonista femminile del manga di Inuyasha.
La visita di Nikko è stata un’esperienza davvero bella:
passeggiare tra i suoi numerosi templi, immersi in una natura così rigogliosa è stato molto suggestivo.
Mi piacerebbe tornarci magari in una bella giornata di primavera o autunno, quando probabilmente il verde della vegetazione circostante e il rosso dei templi deve produrre un bellissimo contrasto!
Tra l’altro questo è stato uno dei pochi luoghi sacri in Giappone dove ho avvertito una certa spiritualità e dove l’aspetto materialistico, legato alla vendita-acquisto dei vari amuleti, mi è risultato meno “invasivo”.
HIPPARI DAKO, IL RISTORANTE DEI VIAGGIATORI
Sulla strada del ritorno verso la Tobuko Nikko, prima di rientrare a Tokyo, decidemmo di fermarci a mangiare un boccone: scegliemmo un delizioso e tradizionale locale.
Non ricordavo il suo nome ma da una rapida ricerca su internet l’ho trovato: Hippari Dako!
Il locale era davvero piccolo ma molto accogliente: a caratterizzarlo era la presenza sulle pareti di migliaia di biglietti-ricordo di altri viaggiatori.
Sarà stato per la lunga visita al santuario o per l’umidità ma i ravioli e le tsukune che mangiammo lì le ricordo ancora oggi come squisiti!
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