Ylenia Caioli

Delfi: alla scoperta del santuario più importante dell’antica Grecia

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delfiCi sono luoghi che sprigionano un fascino particolare, dove si riesce ad avvertire qualcosa di più profondo, che va oltre ciò che si vede ad occhio nudo. Qualcuno potrebbe parlare di spiritualità ma io non riesco a definirlo..so solo di essere riuscita ad avvertirlo in luoghi come Machu Picchu, Capo Sunio, Santorini e, appunto, Delfi!

Arroccata sul fianco del Monte Parnaso, nel cuore della Focide, il Santuario di Delfi, dedicato al dio Apollo, ha rappresentato per l’antica Grecia (e non solo) quello che Gerusalemme è stata per la cristianità: un simbolo religioso oltre che uno dei principali luoghi di culto!

A differenza di Atene, dove il corso della storia ha lasciato evidenti segni, Delfi è stata in parte preservata, grazie probabilmente alla sua posizione geografica…e questo secondo me ha contribuito a conservarne il fascino.

rovine di delfi

Il fatto stesso che per arrivarci sia necessario affrontare un lungo viaggio in pullman, può aiutare a rendere l’idea: ancora oggi, cioè, per vederla occorre “faticare” un po’, guadagnarsela insomma, così come facevano gli antichi greci per consultare l’Oracolo!

Sono stata a Delfi due volte in vita mia: la prima quasi 20 anni fa a conclusione del mio primo viaggio in Grecia nel 1996; la seconda, poche settimane fa, per un “toccata e fuga” di un giorno.

DELFI: COME ARRIVARCI DA ATENE

autostrada grecaPer arrivare da Atene a Delfi occorrono circa 3 ore di pullman (nelle indicazioni scrivono che sono solo h. 2.30, ma fidatevi…ci vuole di più!): l’autobus parte dal Terminal B e non ci sono molte corse, circa 4/5 al giorno, a seconda della stagione.

Per raggiungere il Terminal B occorre prendere la metropolitana fino alla fermata di Attiki;

fermata autobus ad Attikiuna volta usciti, rimanendo sul lato della stazione, bisogna prendere l’autobus (va bene il primo che passa perchè tutti vanno nella stessa direzione) e contare 4 fermate; scesi alla fermata, andando a destra, fatti pochi passi troverete una strada sulla vostra sinistra; in fondo alla strada c’è il Terminal B, da dove partono i pullman per la Grecia centro-settentrionale.

terminal B ad AtenePurtroppo le informazioni su orari e costi del biglietto, che dovrebbe essere fornita dalla KTEL (compagnia greca) sono disastrose: i loro siti o non sono aggiornati o lo sono solo in lingua greca. Ho trovato questo sito ben fatto, dove vengono riportate informazioni utili, giusto per farsi un’idea.

biglietti per delfiIl mio consiglio, però, è quello di informarsi bene presso l’ufficio informazioni turistiche di Atene (in odos Aeropagitou) o direttamente alla biglietteria del Terminal B, qualche giorno prima di partire, per evitare brutte sorprese.

pullman Ktel per DelfiNoi siamo partiti da Atene con la prima corsa della mattina, alle 7.30: il pullman era piuttosto comodo e il viaggio è stato tranquillo.

in viaggio per DelfiEsattamente come 20 anni fa, dopo circa ¾ di viaggio, abbiamo fatto sosta presso il bar/ristorante Eratò..un piccolo deja-vu!

sosta al bar EratoDa qui inizia la salita verso la catena montuosa che ospita anche il Parnaso: una strada che regala paesaggi molto belli e attraversa deliziosi paesi; la parte più emozionate è quando vedi aprirsi davanti a te il fianco del Parnaso e spuntare le rovine del Santuario!

DELFI: PICCOLO BORGO TURISTICO

moderna delfiRicordavo Delfi come un paese piccolo, che si sviluppava intorno alla sua strada principale e così l’ho ritrovato; rispetto a 20 anni fa, però, ho notato molti più negozi di souvenirs e ristoranti..insomma, il turismo cresce anche qui e, in parte, è un bene!

strade di delfiLa fermata dell’autobus (Bus Station) si trova proprio all’inizio del paese: è indicata solo da un’insegna verticale posta tra i negozi e non si vede molto bene (attenti comunque perchè il pullman del ritorno, in realtà, ferma nella strada sottostante!).

bus station a delfiIl fascino di Delfi sta soprattutto nella visuale che da qui si gode sul Golfo di Corinto: un paesaggio bellissimo che al tramonto toglie il fiato!

golfo di corintoOltrepassato il paese dopo poche curve si trova ancora il campeggio dove sostammo venti anni fa, l’Apollon: non ho avuto modo di visitarlo ma credo sia cambiato parecchio da allora!

Delfi è piena di ristoranti per tutti i gusti: purtroppo non ricordavo il nome del ristorante dove la prima volta mangiai degli ottimi dolmades (foglie di vite ripiene di riso e carne) e così ci siamo fermati in uno di quelli che si trovano all’ingresso del paese…non è stata una scelta felicissima!

dolmadesPer raggiungere il sito archeologico del Santuario di Delfi occorre uscire dal paese, tornando indietro per un breve tratto a piedi che costeggia la vallata che si affaccia sul Golfo di Corinto:

strada per sito di delfila vista, anche qui, è superba!

IL SANTUARIO DI DELFI: INFORMAZIONI UTILI PER LA VISITA 

arrivo al santuario di delfiIl Santuario di Delfi si stende lungo il fianco del monte Parnaso (monte sacro ad Apollo e alle Muse), sopra e sotto la strada principale. Nella parte superiore si trovano il museo archeologico e il nucleo principale degli scavi, con biglietteria e bookshop; più avanti, sempre sulla strada, c’è la Fonte Castalia.

Sul lato opposto della strada principale si trovano invece il Ginnasio e il Santuario di Atena Pronaia con la superba Tholos.

biglietteria delfiPurtroppo non esiste un sito internet dedicato ma c’è la sezione dedicata sul sito del Ministero della Cultura Greco con le info su orari e biglietti

L’attuale disposizione con la quale si visita il santuario non è la stessa con la quale lo visitavano gli antichi greci: i pellegrini infatti, che giungevano dalla valle, incontravano per primo il Santuario di Atena Pronaia; poi la Fonte Castalia, dove avveniva la loro purificazione; solo allora era consentito l’accesso all’area del Santuario vero e proprio e al Tempio di Apollo.

ingresso al sito di delfiOggi, invece, l’itinerario di visita parte proprio da qui: si può decidere di visitare prima il museo e poi gli scavi o viceversa e scendere poi verso Ginnasio e Santuario di Atena Pronaia; niente vieta, però, di ripercorrere le orme degli antichi, e fare il percorso inverso!

Purtroppo molto della grandezza e dello splendore che si respirava in questo luogo è perduta: se però si ha fortuna e si riescono ad evitare le orde di turisti (che qui io non ho mai trovato, a differenza dell’Acropoli di Atene), ascoltando il frinire delle cicale e ammirando la vista sulla valle, è possibile coglierne ancora in parte il fascino; e con un po’ di immaginazione si può “ricostruire” virtualmente gli ambienti nei quali si muovevano gli antichi greci. 

VISITA AL SITO ARCHEOLOGICO DEL SANTUARIO DI DELFI

modellino di delfiNarra la leggenda che Zeus inviò due aquile intorno alla terra, per stabilire quale fosse il centro del mondo: il punto dove le aquile si incontrarono fu proprio a Delfi, come ricorda la statua del Omphalos, che originariamente pare si trovasse all’interno del Tempio principale.

omphalos copiaTracce di culto in questa zona si conoscono fin dal periodo miceneo: originariamente il santuario era dedicato a Gea, divinità primordiale della Terra e moglie di Urano, e solo in un secondo momento è subentrato il culto di Apollo.

ApolloIl dio, figlio di Zeus, avrebbe infatti ucciso il serpente Pitone, che custodiva la zona per conto di Gea, spodestando così l’antico culto e fondando qui il suo santuario più importante (insieme a quello dell’Isola di Delo)

Delfi divenne celebre soprattutto tra VI-IV sec ac: qui si praticava la divinazione, grazie al famoso Oracolo di Delfi, ovvero la Pizia, sacerdotessa di Apollo; e sempre qui venivano organizzati i Giochi Pitici, competizione panellenica in onore di Apollo, che si svolgeva ogni 4 anni.

delfi e tempio di apolloLa visita dell’attuale sito archeologico segue il percorso dell’antica Via Sacra, lungo la quale si trovavano le offerte votive: ancora oggi sono visibili i resti di quelle fatte dalle popolazioni che aderivano alla cosidetta Lega Anfizionica, che a Delfi aveva il suo cuore.

Tra queste il più importante è il cosiddetto Thesaurus degli Ateniesi, ricostruito in parte per rendere meglio l’idea di come doveva apparire la via.

thesaurus degli ateniesiLa Via Sacra conduce al Tempio di Apollo, dove risiedeva la Pizia: all’ingresso del tempio era scolpita anche la famosa frase “ΓΝΟΤΙ Σ’ΑΥΘΟΝ” (Conosci Te Stesso) resa famosa da Socrate.

tempio di apolloSecondo la leggenda, la Pizia, ascoltava la domanda dell’orante e poi, dopo aver respirato alcuni effluvi che si sprigionavano dal terreno, andava in trance e forniva il vaticinio; l’interpretazione del responso era affidata ai sacerdoti di Apollo, dato che i vaticini erano di difficile interpretazione.

Molto del mito di Delfi, sarebbe legato proprio a questa cripticità, ovvero al fatto che i vaticini risultavano talmente generici che potevano essere soggetti a più interpretazioni: si dice che i vaticini di Delfi non siano mai risultati errati!

Proprio per questo il Santuario di Delfi è diventato il più importante dell’antichità, consultato da re e strateghi: qui Temistocle ricevette il vaticinio che portò alla battaglia di Salamina e lo stesso Alessandro Magno consulto la Pizia prima di muovere guerra all’Impero Persiano.

colonne del tempio e ParnasoCuriosità: secondo alcuni studi fatti pare che le esalazioni respirate dalla Pizia fossero gas metano.

via sacra dopo il tempio di apolloSuperato il Tempio, ecco il Teatro: qui si svolgevano le gare di poesia e musica, che costituivano il nucleo degli antichi Giochi Pitici, prima dell’introduzione delle gare atletiche.

La vista che si gode dal Teatro sulla valle è bellissima!

teatro di delfiNella parte più alta del Santuario di Delfi si trova, infine, lo Stadio: quando sono venuta la prima volta 20 anni fa era accessibile ai visitatori..

stadio di delfi..e qui ci siamo divertite con un’amica e collega a sfidarci in un’ennesima gara di corsa (come fatto anche allo Stadio di Olimpia), in memoria degli antichi agoni e gustandoci poi degli ottimi fichi da una pianta che cresce ancora dietro i blocchi di partenza!

Corsa allo stadio di delfiQuando sono tornata quest’anno, invece, ho trovato lo stadio chiuso e visibile solo lungo il perimetro esterno…non so se sia una disposizione temporanea o meno, però, secondo me, è un peccato!

via sacra lungo lo stadioIn ogni caso quassù si respira una gran pace, complice anche il fatto che la scalata è tosta e non tutti ci arrivano!

IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI DELFI

ingresso al museo di delfiPiccolo e piuttosto veloce da visitare, il Museo archeologico di Delfi racchiude alcuni veri e propri capolavori dell’arte classica.

Al suo interno si trovano i reperti che vanno dalle epoche più antiche fino al 384 circa, quando l’imperatore Teodosio sancì ufficialmente la fine del paganesimo e l’imposizione del cristianesimo, mettendo fine alle pratiche del culto di Delfi.

museo di delfiSe vi interessa conoscere meglio questo museo, ho trovato questo ebook realizzato dalla Fondazione Latsis che non è male (è in lingua inglese però!)

All’interno del Museo di Delfi è possibile scattare fotografie: l’unica raccomandazione che mi ha fatto il personale è stato di evitare di fotografare le persone (museo che vai, usanze che trovi!)

Le sale del museo sono suddivise per epoche storiche, dal periodo arcaico, con le statuette dedicate a Gea, fino a quello ellenistico.

statuette di Gea

Bellissime le sale con i reperti dai vari Thesaurus, la ricostruzione dei frontoni del Tempio di Apollo e le decorazioni del Tempio di Atena Pronaia

Tra i pezzi più belli in mostra però, secondo me, c’è l’Auriga di Delfi, la statua che faceva parte del gruppo bronzeo dedicato dal tiranno di Gela, Polyzalo, e la statua di Antinoo, il favorito di Adriano

Superbo anche l’Apollo in avorio e oro, ricostruito in un’apposita sala..

statua di apollo..a testimonianza della magnificenza del culto del Dio!

LA FONTE CASTALIA

fonte castaliaLa Fonte Castalia (che prende il nome dalla giovane che sfuggì all’amore di Apollo) era il luogo nel quale i pellegrini dovevano purificarsi prima di entrare nel tempio di Apollo: si trova poco più avanti dell’area archeologica principale, lungo la strada.

Quella visibile sulla strada è la fonte più antica, databile originariamente al VII sec ac.

recinto della fonte castaliaDa qui però inizia il camminamento che si arrampica fino alla cima, dove si trova la fonte di epoca più tarda e che fu poi riadattata a chiesa bizantina.

cancello per salire alla fonte tardaPurtroppo non sono mai riuscita a trovare aperto il camminamento e a salire: non so però se la chiusura sia stata temporanea, per mancanza di personale, oppure se la visita sia del tutto preclusa!

IL GINNASIO E IL TEMPIO DI ATENA PRONAIA

ginnasio a delfiSituato al di sotto della strada, il Ginnasio venne realizzato nel IV sec ac ma ricostruito poi in epoca romana. Purtroppo anche questo sito era chiuso quando ci sono stata l’ultima volta e quindi non mi è stato possibile visitarlo per bene.

Più avanti si trova, invece, il Santuario di Atena Pronaia, il primo luogo che si trovavano davanti i pellegrini in viaggio!

santuario di atena pronaiaLa Tholos visibile ancora oggi è del 380 ac e secondo me è splendida!

Se visitate questo sito in estate, attenti agli insetti: in questa parte noi ne abbiamo trovati parecchi e alcuni abbastanza tenaci, come i tafani..scacciarli non è stato proprio facile!

DELFI: MEGLIO STARCI ALMENO DUE GIORNI

rovine di delfiIl post su Delfi avrebbe dovuto essere l’ultimo del mio excursus (momentaneo) sulla Grecia, dato che qui quasi 20 anni fa, chiudemmo il nostro viaggio da giovani archeologhe; ho deciso però di anticiparlo per poter fornire qualche spunto utile a Luna, che sta per partire per questa bellissima terra e alla quale colgo l’occasione per augurare buon viaggio!

Devo ammettere che la visita a Delfi in un giorno, fatta quest’anno, non è stata proprio una passeggiata: oltre 6 ore di pullman, tra andata e ritorno, e il fatto di aver dovuto visitare gli scavi nelle ore più calde hanno reso l’escursione da Atene decisamente pesante.

veduta da delfiCon il senno di poi, devo dire che è molto meglio prevedere almeno un soggiorno di un paio di giorni, come facemmo con le mie colleghe archeologhe nel primo viaggio del 1996: in questo modo, infatti, si possono visitare gli scavi con calma (magari al mattino presto quando c’è ancora meno gente), godersi un tramonto mozzafiato sul golfo di Corinto e apprezzare così fino in fondo il fascino di questo luogo!

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